Docenti e alunni, preparatevi. A settembre tra i banchi di scuola ci saranno tante novità. La legge sul cyberbullismo è definitivamente entrata in vigore e ognuno avrà un ruolo di responsabilità. Ma cosa ne pensano gli insegnanti? L’abbiamo chiesto all’And, Associazione nazionale docenti.
Secondo quanto previsto dalla norma i dirigenti scolastici e i docenti saranno pienamente coinvolti in un ruolo di referente e attivo attraverso la prevenzione e il contrasto del fenomeno, all’interno della scuola. Gli insegnanti, in particolare, dovranno essere un punto di riferimento e un ponte tra gli studenti e le famiglie, oggi più che mai.
La legge 71/17 “ Disposizione a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, in vigore dal 18 giungo, esattamente all’articolo 4 comma 3 sostiene che:
“OGNI ISTITUTO SCOLASTICO, NELL’AMBITO DELLA PROPRIA AUTONOMIA, INDIVIDUA FRA I DOCENTI UN REFERENTE CON IL COMPITO DI COORDINARE LE INIZIATIVE DI PREVENZIONE E DI CONTRASTO DEL CYBERBULLISMO, ANCHE AVVALENDOSI DELLA COLLABORAZIONE DELLE FORZE DI POLIZIA NONCHÉ DELLE ASSOCIAZIONI E DEI CENTRI DI AGGREGAZIONE GIOVANILE PRESENTI SUL TERRITORIO”.
Sono pronti, dunque gli insegnanti? Cosa ne pensano della legge? A rispondere è Antonietta D’Ettore (nella foto), Coordinatrice nazionale dell’ Associazione Nazionale Docenti, Settore formativo “Coesione sociale e prevenzione disagio giovanile”.
“Una legge a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo non può che essere il punto di partenza per coniugare educazione alla legalità ed educazione alla cultura digitale nell’ambito scolastico, cercando di prevenire il cyberbullismo, fenomeno attuale che può avere anche conseguenze drammatiche!.
“Questa legge, in particolare, introduce, nell’ambito scolastico, la necessità di individuare un docente-referente per il cyberbullismo in ogni Istituto, al fine di attivare iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo e con attività di informazione e di formazione rivolte ai docenti, a genitori, agli alunni in collaborazione con la Polizia Postale, con le Associazioni e con i Centri di aggregazione giovanile sul territorio”.
“L’introduzione di tale figura- afferma D’Ettore- pur rappresentando per i docenti un ulteriore carico di responsabilità, rappresenta un punto cardine da cui partire per la tutela dei minori sulla rete internet”.
“Pertanto, risulta fondamentale fornire ai docenti-referenti strumenti concreti per fronteggiare quella che attualmente è diventata una necessità sociale, l’educazione alla cultura digitale, ovvero ad un uso responsabile di internet”.
“Individuato il docente-referente, tuttavia, sarà necessario formarlo in maniera che possa coordinare efficacemente tutte le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo”.
“A tal proposito- continua la Coordinatrice- il Miur si sta muovendo concretamente in questa direzione, incaricando gli Uffici Scolastici Regionali ad organizzare corsi di formazione rivolti a tutti i docenti referenti del bullismo/ cyberbullismo, al fine di una concreta formazione circa gli aspetti educativi, psicologici, sociali e giuridici del bullismo e del cyberbullismo”.
“Infine, sarà sicuramente utile organizzare progetti, includendo soprattutto gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, con personalità fragile o che si trovano in situazioni di svantaggio/disagio sia cognitivo che socio-affettivo, utilizzando strumenti di interazione e partecipazione”.
“Al fine di una reale prevenzione e di un concreto atto di contrasto del fenomeno del bullismo/cyberbullismo, come Associazione Nazionale Docenti, riteniamo indispensabile l’istituzione a vari livelli di tavoli tecnici-scientifici di coordinamento del fenomeno, nonché di stabilire una rete di informazione/ formazione per il personale scolastico, gli alunni, la famiglia”.
“Questa legge- spiega D’Ettore- rappresenta comunque un importante punto di partenza, ma sarà fondamentale da un lato stabilire Linee Guida da attuare nell’ambito scolastico in modo da uniformare le iniziative e le attività di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo su tutto il territorio nazionale e dall’altro creare una registro dati presso ogni Istituto scolastico per monitorare il fenomeno”.
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“Dal prossimo anno scolastico, dovranno dunque essere individuati i punti chiave per organizzare un’adeguata formazione su una tematica sociale così delicata e per un’ampia attività di sensibilizzazione delle famiglie in una prospettiva di comune sostegno, di informazione e di formazione, per assicurare ai ragazzi una crescita culturale in un ambiente sereno”.
“La conoscenza, l’aumento di senso critico, la possibilità di scegliere consapevolmente, e soprattutto la presenza e disponibilità degli adulti di riferimento, nell’ambito familiare e scolastico, sono sicuramente, anche in un contesto complesso come quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le migliori soluzioni”.
L’attenzione ad un fenomeno devastante è già un punto di partenza per avviare in ogni classe percorsi educativi condivisi di rispetto verso tutti e di aiuto concreto a chiunque manifesti difficoltà. Un referente d’istituto? Non serve. Occorre potenziare ruolo, funzioni, peso di interventi adeguati in ogni consiglio di classe e ad ogni coordinatore del consiglio di classe.Le dinamiche relazionali all’interno delle classi vanno monitorate con attenzione perché tutti i docenti ne diventino consapevoli e responsabilmente ne possano curare, in presenza di problemi, percorsi di recupero con l’aiuto dello psicologo d’istituto che non può continuare a mancare.
Grazie per aver reso pubblico il suo punto di vista, che condivido.
La invito a continuare a leggere https://www.intreccio.eu,
dove è possibile trovare tutto sul fenomeno del cyberbullismo e
sull’educazione ai new media.
Un caro saluto