Il cinema, strumento per insegnare ai giovani l’empatia

cyberbullismo


Dalla Psicologia dell’Arte al Metodo Psycofilm®, la dottoressa Paola Dei, psicologa esperta in
arte integrata alle neuroscienze, critica teatrale e cinematografica, ha ideato un metodo originale
per educare all’empatia attraverso il cinema.

Già, lo scorso anno, il blog si è occupato del suo Festival “Bulli ed Eroi”, di cui è fondatrice,
ideatrice e direttrice artistica.
Come è nato il Festival “Bulli ed Eroi”?
“È nato da un lungo lavoro di ricerca e di esperienze maturate sia in Italia che all’estero. Dopo anni
di studi, pubblicazioni e progetti sul campo, io e il mio staff abbiamo deciso di creare un evento
capace di coinvolgere i giovani trasmettendo loro valori fondamentali, come il rispetto – in tutte le
sue forme, a partire da quello per l’ambiente – utilizzando un linguaggio a loro vicino.
Con il Festival vogliamo promuovere una riflessione profonda sul ruolo dell’educazione affettiva,
sui rapporti con i genitori e sulla responsabilità di ciò che viene trasmesso ai ragazzi.
Il fenomeno del bullismo è purtroppo molto diffuso: nelle scuole medie, circa il 15% degli studenti
tra gli 11 e i 13 anni dichiara di essere vittima di atti di bullismo. Spesso questi episodi non
vengono denunciati o registrati.
Il nostro Festival vuole essere uno strumento di prevenzione contro ogni forma di violenza.
Abbiamo anche una sezione dedicata alla violenza di genere, per affrontare il problema fin dalla
giovane età.”
In cosa consiste il Metodo Psycofilm®?
“Il Metodo Psycofilm® nasce da oltre 50 anni di studi e applicazioni con pazienti affetti da
Alzheimer, tumori e con adolescenti. È stato il primo metodo a essere validato con test e strumenti
scientifici, e citato in numerosi testi dedicati al cinema, presentati anche in convegni internazionali.
Il metodo è stato tradotto in inglese, spagnolo e tedesco per la pubblicazione su riviste scientifiche.
Si tratta di un approccio innovativo che unisce la Psicologia dell’Arte di Rudolf Arnheim –
psicologo della Gestalt e teorico del cinema – alla scoperta dei neuroni specchio del
professor Giacomo Rizzolatti e del suo team.
A questi pilastri si integrano, in alcuni casi, elementi tratti dall’Enneagramma di Claudio Naranjo,
oltre a contributi teorici di Wilfred Bion e Donald Winnicott.
È un metodo che utilizza il cinema come strumento terapeutico, educativo e formativo per
stimolare empatia, introspezione e crescita personale.”
Ci parli dell’ottava edizione del Festival “Bulli ed Eroi”
“L’ottava edizione è iniziata con un’anteprima particolarmente intensa e significativa, che si è
tenuta il 10 e 11 ottobre nella splendida Fortezza Medicea di Montepulciano. Abbiamo
inaugurato con il Convegno Internazionale “Adolescenti in scena: bullismo fra immagini,
letteratura, film, stop motion e robotica”.
Il momento più toccante è stato il conferimento da parte di Argos Forze di Polizia, nostri
Presidenti Onorari che con il loro Presidente Gianluca Guerrisi, hanno accettato subito di
inaugurare all’interno del Festival La giornata della Legalità, che accompagna La Giornata della
Meraviglia realizzata con l’Associazione Per far sorridere il cielo, della Palma d’Argento
all’Ospedale Pediatrico Meyer, rappresentato dal dottor Simone Pancani e da due infermiere
della Task Force Maxiemergenze, per il loro impegno umanitario a favore dei bambini di Gaza. Il
Meyer è un esempio concreto di come la cura possa diventare un atto di giustizia e un presidio di pace. Ogni gesto rivolto ai bambini afferma il valore più alto della legalità: il diritto alla vita, alla
protezione e a un futuro.
Il primo giorno con i ragazzi di Mabasta ha mostrato come i giovani possano fare qualcosa di
importante per i loro coetanei. Daniela Benori docente al Conservatorio ci ha raccontato la musica
nel rappresentare i cattivo al cinema. A seguire Pino Nazio, sociologo e docente alla Università
ECampus, Angelo Nobile, docente di Letteratura per l’Infanzia all’Università di Parma, Italo Spada,
docente all’Università Seraphicum, Enrica Baldi di Teneramente Onlus, Massimiliano Terzo
dell’Accademia Cinema e TV di Cinecittá e Pericle Salvini ricercatore di robotica all’Università di
Pisa. 
Il secondo giorno è stato interamente dedicato all’educazione all’empatia, con attività
innovative. Massimo Ottoni, uno dei maggiori esperti europei di stop motion, ha guidato i ragazzi
in un viaggio nel mondo interiore attraverso l’animazione”.
Cosa è la stop motion?
“ E’ uno strumento potentissimo per esplorare emozioni profonde, dando vita a oggetti inanimati in
grado di raccontare parti di sè da scoprire. Accanto a lui X Terra collettivo che guida i ragazzi alla
scoperta del rispetto per l’ambiente. Un percorso di sostenibilità ed educazione verso ciò che ci
circonda. E ancora Renza Cangiano, attrice, che attraverso le figure di Anna Magnani e Maria
Callas utilizzate da Pasolini”. 
Perché Pasolini può essere utile ai 15enni?
“A 15 anni si cerca un’identità, si è sensibili all’ingiustizia, si vive il contrasto tra ciò che si è e ciò
che si dovrebbe essere. Pasolini ha raccontato proprio questo:
– L’adolescenza: in film come Accattone o Mamma Roma, mostra giovani in lotta, ribelli,
marginali.
– La verità scomoda: parlava di cose che spesso si tacciono (povertà, sessualità, ipocrisie
del potere).
– Il conflitto tra vecchio e nuovo: oggi i ragazzi vivono un mondo digitale e veloce, ma
spesso si sentono vuoti. Pasolini anticipava questi temi.
Quali saranno gli altri appuntamenti del Festival?
“A concludere la giornata con le proposte più accattivanti sul mercato dell’audiovisivo e del
bullismo abbiamo avuto Argos Forze di Polizia che hanno fatto una bellissima lezione all’interno
della Giornata della Legalità sul loro approccio al bullismo. Il Festival Internazionale del Film per
Ragazzi “Bulli ed Eroi” prosegue con un ricco calendario di eventi:  Dal 12 al 16 novembre e
poi il 19 e 20 dicembre, il festival coinvolgerà scuole, famiglie e comunità dei territori
della Valdichiana Senese, Val d’Orcia, Valtiberina Aretina, Crete Senesi e aree limitrofe.
Attraverso proiezioni, laboratori e incontri, il Festival promuove una cultura della pace,
dell’empatia e del rispetto come base per una società più consapevole e solidale”.
Cosa pensa del contributo delle scuole?
“Nella scuola Italiana la didattica è centrata sul contenuto, non sulla persona. La scuola
italiana è ancora troppo nozionistica, legata a programmi, verifiche, voti. Si dà poco spazio
alla relazione, all’ascolto, alla comprensione dell’altro. Le emozioni sono spesso considerate
“private”, “personali”, non pertinenti alla lezione.
Quali sono le principali lacune allora? “C’è una assenza di formazione specifica. Gli insegnanti, anche i più sensibili, non ricevono formazione sull’educazione socio-emotiva e in Italia siamo fanalini di coda bella
comprensione delle emozioni. Non ci sono strumenti strutturati per gestire in modo costruttivo
temi come: ansia scolastica, bullismo, empatia, gestione del conflitto, sviluppo dell’autostima.
Sussistono ancora tabù culturali: In Italia si è ancora reticenti a parlare di emozioni in modo
aperto. Spesso si confonde “educazione emotiva” con qualcosa di “buonista” o “debole”.
Perché l’educazione emotiva è cruciale?
“Numerosi studi (e pratiche in Paesi come Finlandia, Danimarca, Canada) mostrano che
l’educazione emotiva comporta benefici per gli studenti e la scuola, maggiore autostima e
clima di classe più sereno, migliore gestione di rabbia ed ansia, meno conflitti e meno bullismo,
più empatia e collaborazione, maggiore motivazione allo studio, migliori risultati e meno
abbandoni.

Cosa si può fare, anche dal basso?
“Si possono utilizzare  strumenti culturali come Pasolini. Poi, parlare di emozioni
attraverso arte, cinema, poesia, come con Pasolini, Magnani, Callas. Stop Motion. Educazione
Ambientale, Legalità. Usare la cultura per leggere sé stessi, non solo per “studiare un autore”.
Inoltre, introdurre progetti di educazione emotiva a scuola, Inserire ore di educazione relazionale
o emotiva, Introdurre laboratori: scrittura autobiografica, circle time, teatro, mindfulness. Poi
puntare a costruire relazioni autentiche. Gli insegnanti, anche senza formazione specifica,
possono fare molto per accogliere le emozioni in classe, dare ascolto vero, lavorare sull’empatia
nei gruppi.
 Per approfondimenti – https://bulliederoifestival.eu/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *