Istituire una giornata contro l’odio e contro ogni forma di cyberbullismo; è questo l’obiettivo della petizione lanciata dal No Hate Speech Moviment, avviata in tutt’Europa. Il giorno scelto dall’Organizzazione, che ha sede in ogni stato membro dell’Ue, è il 22 luglio
e l’invito, rivolto soprattutto alle istituzioni europee e agli Stati membri del Consiglio d’Europa, è quello di istituire una Giornata Europea per le Vittime di Crimini Ispirati dall’Odio. La petizione conta ad oggi 4505 firme.
“No racism, no hate” (No razzismo, no odio) è il motto del No Hate Speech Moviment e il 22 luglio bisogna ricordare tutti coloro che hanno subito discriminazioni e proprio per questo motivo molte persone sono state uccise. Ma il 22 luglio deve essere anche il giorno dedicato alla solidarietà nei confronti di coloro che, ogni giorno in silenzio, sono perseguitati, soprattutto nel cyberspazio. Inoltre la proposta del Movimento è quella di sensibilizzare ed educare il grande pubblico europeo sul crimine di odio e sulle conseguenze.
Perché il 22 luglio, per la Giornata Europea contro l’odio?
Il 22 luglio del 2011 è il giorno in cui ad Oslo e sull’isola di Utøya, in Norvegia, è avvenuta la strage che ha causato 77 morti. “Fu l’atto più violento mai avvenuto in Norvegia dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il responsabile degli attentati, Anders Behring Breivik (nella foto), trentaduenne norvegese simpatizzante dell’estrema destra, fu arrestato in flagranza ad Utøya. Rinviato a giudizio, fu processato tra il 16 aprile e il 22 giugno 2012 a Oslo. In tribunale affermò di aver compiuto gli atti per mandare un “messaggio forte al popolo, per fermare i danni del partito laburista” e per fermare “una decostruzione della cultura norvegese per via dell’immigrazione in massa dei musulmani“. Riconosciuto unico responsabile e sostanzialmente sano di mente, il 24 agosto seguente Breivik fu condannato a 21 anni di carcere (pena massima dell’ordinamento norvegese), prorogabili di altri 5, qualora, a pena scontata, fosse ancora ritenuto socialmente pericoloso”.
“Gli attacchi del 22 luglio sono stati un attacco alla cultura dei diritti umani su cui si fonda l’Europa”, contro la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Adesso, grazie allo sviluppo delle reti sociali on line, aperto a tutti, bisogna fare i conti anche con quelle che sono le possibili vittime del cyberbullismo.
“Possiamo essere vittima e agente di abusi e violazioni dei diritti umani- si legge nel sito dell’organizzazione- tra i quali: discorsi di incitamento all’odio in varie forme e cyberbullismo. Il mondo online non è senza valori. Incitamento all’odio, in quanto tale, non è un problema nuovo su Internet, né è nuovo il dibattito sul tema dei diritti umani. La sua dimensione on-line e il potenziale danno su processi democratici ci dà tutti i nuovi motivi per agire”.
Il progetto No Hate Speech Moviment si distingue per l’uguaglianza, la dignità, il rispetto dei diritti umani e per le diversità. Si tratta di un progetto contro l’incitamento all’odio, il razzismo e la discriminazione nella loro espressione on-line.
La campagna è contro le espressioni di odio on-line in tutte le sue forme, comprese quelle che più colpiscono i giovani, come le forme di cyber-bullismo e cyber-odio. La campagna si basa sull’educazione ai diritti umani, la partecipazione dei giovani e l’educazione ai media.
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