Dal bullismo al cyberbullismo, la storia vincente di una bambina

bullismo

Il mio bullismo è iniziato in tenera età, già dalla prima elementare, i miei compagni si divertivano a spingermi, farmi cadere, sbattermi contro il termosifone fino a buttarmi giù dalle scale e la scusa era sempre la stessa: “è successo involontariamente”.

Questa è la storia di Annalisa, adesso donna, che porta ancora i segni nell’anima, per colpa di quanti con lei si sono divertiti a giocare a tiro a bersaglio. Una storia che a distanza di anni fa scendere le lacrime e scatenare la rabbia, per essere stata costretta, dai suoi coetanei e non solo, a crescere troppo in fretta e  patteggiato l’infanzia con l’età adulta. La storia è raccontata direttamente dalla protagonista (nella foto) e vuole essere da esempio vincente per quanti sono coinvolti nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

Annalisa e il bullismo visto a misura di bambina

Sono stata bocciata per colpa dei miei anticorpi molto deboli, in più avevo contratto un’influenza in quei giorni molto discussa al telegiornale, a causa dei decessi provocati. Ricordo di essere diventata uno scheletro e pensavo sempre di morire da un momento all’altro, non mi reggevo in piedi e non avevo neppure le forze. Ho perso molti giorni, settimane o forse un mese di scuola. Ai miei compagni non ero per nulla simpatica e nei miei confronti avevano del risentimento immotivato.

La mia famiglia ha sempre raccontato tutto alle insegnanti, però io quando mia madre parlava con le mie maestre ero terrorizzata, perché avevo paura che si sarebbero arrabbiate, quindi non mi sentivo in una condizione serena.

Il bullismo è continuato quasi per tutto il tempo delle elementari

Già a quell’età alcuni bambini erano molto cattivi con me, una bambina in seconda elementare mi ha anche detto, con tanto di gesto, che mi avrebbe “gonfiato la faccia”.  Vorrei poter dire che la storia sia finita qui, ma non è così.  Tra minacce e accuse, per i miei compagni ero diventata un sacco da boxe. La scuola mi sembrava più una tortura. L’unico anno dove probabilmente ho ricevuto solo qualche presa in giro ma nulla di grave fu la terza elementare, solo perchè mia madre aveva preso la situazione in mano e i miei nuovi insegnanti, mi hanno difeso.

Per il resto sono sempre stata l’anello debole che non faceva del male e nonostante fossi una bambina come tutte, che desidera giocare e avere degli amici, mi sono ritrovata in una situazione orrenda. All’inizio doveva essere solo un gioco tra amici, ma ho capito dopo molto tempo che il loro “gioco” era farmi del male.

Un giorno i miei compagni si erano inventati che ero infettata e che se mi avessero toccato si sarebbero ammalati, per non ammalarsi però avrebbero dovuto toccare altri bambini oppure lavarsi le mani. All’inizio pensai che questo gioco sarebbe durato solo qualche giorno, ma così non è andata, la mia mente è stata molto ingenua e stupida.

Questa storia dell’infetta è durata per molto tempo, forse il motivo era perché mi ammalavo con facilità oppure perché in alcuni periodi, forse per lo stress, come succede a tutti, mi cadevano i capelli, io li portavo lunghi e non li legavo mai.

Stanca di essere tratta così ho detto tutto alla mia famiglia e loro lo hanno fatto presente alle insegnanti, che subito hanno fatto smettere i miei compagni. La scuola elementare si è conclusa però con uno sgambetto che mi ha quasi rotto la caviglia e che ancora oggi, a distanza di tempo, ogni tanto mi fa male e si gonfia.

Il bullismo nell’adolescenza

Alle medie, ho pensato che sarebbe stato diverso, che avrei avuto degli amici. All’inizio sembrava tutto tranquillo, poi però iniziarono le prime prese in giro, le prime selezioni tra “i fighi” e “gli sfigati”.

Sono sempre stata una ragazza che non gli è mai piaciuto omologarsi, che voleva essere se stessa, non ho mai fumato o bevuto alcol, né mi sono comportata in modo altezzoso o atteggiata con il genere maschile. Per andare a scuola non mi vestivo per andare a una festa, mi bastava un pantalone e una felpa, non ero neanche il tipo che si truccava. Una ragazza bassa, con un aspetto fisico abbastanza robusto, con le guance rosse e una timidezza infinita nel dire anche “ciao”.

Iniziarono le prese in giro fino a sentirti dire “non mi guardare e non respirare la mia stessa aria”, passando così dalle minacce fisiche, verbali e psicologiche.

Arriva anche il cyberbullismo….

Le prese in giro e il bullismo non era solo a scuola ma anche fuori. In seconda media ho supplicato il preside di bocciarmi. Ricevevo colpe che non avevo e a volte me la prendevo con persone che non mi avevano fatto nulla, rispondevo male solo perché non capivo più niente, credevo che fosse davvero colpa mia se venivo così trattata male. Poi è arrivato il cyberbullismo. Persone che si divertivano augurando la morte a me e alla mia famiglia, che mi istigavano al suicidio, e mi spiegavano anche come farlo, che mi insultavano per il mio aspetto fisico, dandomi appellativi orrendi.

I bulli amavano farmi del male attaccando i miei punti deboli, loro mi scrivevano sui social, a quei tempi andava di moda Ask.fm. Mi dicevano che prima o poi anche i miei genitori mi avrebbero abbandonata, che quando sono nata avevano avuto conati di vomito e tante altre frasi orrende.

Hanno creato un account per insultarmi, venivano usate le mie foto, ovviamente senza il mio permesso, veniva dato il mio numero. Sono stata minacciata e manovrata come un burattino e ripensare ad alcune cose fa ancora male.

I miei genitori sono subito intervenuti per tutelarmi e le mamme di queste persone, alcune chiedevano scusa, mentre i figli continuavano a fare quello che volevano, altre invece giustificavano i loro figli con “sono solo ragazzi”. Un volta una delle bulle piangeva, nessuna persona del gruppo l’ha consolata e l’ho fatto io. Io, quella che piangeva e soffriva per colpa loro.

Il bullismo scacciato via dall’amore

In tutta questa storia per fortuna ho avuto persone che mi sono state vicine, mi hanno aiutata, consolata e dato la forza. La mia famiglia mi ha difeso sempre e non ha mai smesso di farlo, per questo per me la mia famiglia è sacra, mi hanno protetta e confortato dal dolore, dandomi forza quando io non né avevo più, quando la mia testa non ragionava e avrei potuto farmi male. Per loro ho tenuto duro, per amore di chi davvero mi vuole bene. Ad avermi aiutata nella rinascita sono stati anche alcuni professori e preside della scuola, in seconda media.

Il bullismo alle scuole superiori

Arrivano le superiori. La storia a questo punto si modifica e in un occasione un’insegnate piuttosto che dire la verità ha fatto in modo che fosse tutta colpa mia, l’insegnate ha sempre ragione anche se è nel torto. Un episodio che mi ha messo in cattiva luce davanti tutta la classe. In quell’occasione mi sono sentita piccola e sotto accusa. La voce che circolava era falsa e ora ero diventata un bersaglio facile e fragile.

Sentendomi in un modo sbagliato nonostante la mia innocenza e vedendo alcuni cambiamenti, ho cambiato scuola.

Differenze tra bullismo e cyberbullismo

Il bullismo che ho vissuto è stato al maschile e al femminile e ogni forma di bullismo è pesante, quello cyber colpisce in un modo diverso a causa dell’anonimato. Il bullismo fisico, verbale e psicologico, ti fa male e di distrugge. Il cyberbullismo colpisce nei punti più fragili, dove il dolore è interno, molto più elevato, le azioni di un adulto maggiorenne che si scaglia su un minorenne ti lascia l’amaro in bocca, perché  dai coetanei ti aspetti di tutto ma da un adulto non ti aspetti nulla del genere.

Il bullismo mi ha ucciso dentro, ma mi ha reso anche forte, non mi sono ancora fatta le ossa per affrontare ogni cosa, con il tempo forse ci riuscirò e diventerò sempre più forte. Ho sempre avuto una passione per la scrittura, per il canto e la recitazione, sfogavo una parte di me divertendomi, ma quando ho iniziato a scrivere, lasciando andare me stessa ho sentito dentro di me quel dolore trasformarsi in rabbia.

La mia storia di bullismo posso raccontarla un migliaio di volte, ma l’impatto è sempre quello: rabbia o dolore, e quindi ho iniziato a sfogarmi scrivendo un libro, The game of possession 1, il primo volume di una saga letteraria. Al suo interno non c’è la mia storia, ma pezzi di me, in una realtà inventata con personaggi immaginari, è un libro pieno di azione, avventura, drammi, amore, rabbia, tristezza, felicità e tanti consigli.

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